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Sarà stato intorno alla mezzanotte.
Il maestrale soffiava ancora forte, facendo sollevare gli abiti eleganti delle signore.
La temperatura, nonostante fosse la fine di giugno, in Puglia era terribilmente fredda.
La musica house mixata a dovere dal deejay della festa batteva forte.
I camerieri avevano appena portato la bellissima torta nuziale nella corte della masseria, pronti ad aspettare gli sposi per il consueto taglio della torta.
Quando la seducente sposa convince le donne nubili a schierarsi per il lancio del bouquet.

 

Mio malgrado mi ritrovo in mezzo, circondata da ragazze pronte alla ricezione come in una partita di rugby.
Le mie gambe tremolanti per colpa dei tacchi mi suggeriscono di rimanere ferma.
In fondo io non ho mai sognato l’abito bianco, l’altare e tutto quello che circonda un matrimonio.
Quindi dico perché mai la sposa dovrà proprio essere così precisa nel lancio?

Silenzio, conto alla rovescia.
primo lancio completamente fallito, cade a circa 10 mt da noi.

1,2,3 via…..
Il bellissimo bouquet volteggia in aria, lo vedo arrivare verso di me, ho anche il tempo di pensare: mi sposto, ma faccio una brutta figura.
Non mi resta che alzare le mani ed afferrarlo.

 

 

Si levano urla di giubilo, quelle più acute sono quelle di mia suocera!!
Cerco con lo sguardo il mio compagno che nel frattempo si era dato alla fuga.

Dovevo tenere la parte di quella indifferente ma sotto sotto ero soddisfatta.
Tanto che ho sfidato il check in dell’aeroporto pur di portarmelo a casa!!


La ricetta?

Insieme al bouquet al check in ho dovuto nascondere anche qualche kilo di friselle.
Sono sane e salve a casa!!

 

Friselle con polpo e ceci

Friselle con polpo e ceci

 

Ingredienti:
6 friselle
polpo 500gr
tonno in scatola 200gr
2 coste di sedano
pomodorini circa 10
150gr di ceci secchi
1 cipollotto
basilico Continua a leggere

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Anche voi credevate che le lucciole le portassero i soldini??


Mio nonno di ritorno dal bar con le monete vinte a briscola, la sera mi chiamava e  faceva la magia.
Vai in giardino a prendere una lucciola, mi diceva, e portala in casa.
Correvo fuori e dopo salti e rincorse ritornavo da lui con la lucciola nella mano stretta, ma non troppo per non farle del male.
Mio nonno prendeva un bicchiere, mi faceva nascondere sotto il tavolo di cucina e mi ordinava di non uscire fino al suo comando.

La lucciola che gli avevo portato diceva che  l’avrebbe  messa semplicemente sotto il bicchiere ma quando uscivo da sotto il tavolo  al posto della lucciola c’erano 100 lire.
La magia era compiuta!


Ancora oggi non riesco a ricordare se allora credessi veramente che una lucciola sotto il bicchiere potesse diventare una moneta, seppur luccicante.
Forse la fiducia e l’amore puro per mio nonno mi faceva credere a qualunque cosa lui mi dicesse, e si , forse ci credevo davvero!
La semplicità e la purezza dell’infanzia sono le monete che vorrei portarmi sempre con me.

 

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Uova colorate


Le lucciole, il caldo, i colori, il canto delle cicale, quindi l’estate e quindi pranzi leggeri e veloci.

Le uova sode saranno protagoniste in questi mesi di molti piatti come nelle classiche insalatone di lattuga, pomodori e tonno, oppure nelle insalate di riso o farro.
O perché no, semplicemente lessate e accompagnate da verdure fresche, magari dell’orto se uno ha questa enorme fortuna.
Questa ricetta vuole essere semplicemente un’idea per proporle in una variante più allegra e colorata, per dare quel tocco in più al vostro piatto! 

 

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Così come a Giugno arrivano le lucciole a preannunciarci l’arrivo dell’estate così sappiamo che è arrivato il momento di poter mangiare le chiocciole.
Un antico proverbio toscano, infatti, ci dice che le chiocciole possono essere mangiate solo nei mesi senza la lettera erre.


E questo è proprio il periodo nel quale, girando per i borghi toscani, è possibile incontrare qualche sagra paesana che cucina questa antica ricetta popolare.


Le chiocciole sono  legate, nei miei ricordi, proprio alle chiassose ed allegre cucine delle sagre.

Nel paese dove sono cresciuta la festa della chiocciola era un evento che coinvolgeva l’intero paese:
gli uomini con i bambini  andavano nei campi, lungo le stradine di campagna a raccogliere le chiocciole, le donne rigorosamente in cucina. 
Dovevamo andare appena quella leggera pioggia primaverile, che fa profumare la terra di buono, aveva smesso di cadere, solo allora le chiocciole uscivano dai loro nascondigli ed era facile catturarle.
Le buste blu della spesa erano i contenitori dove le mettevamo.
Naturalmente la gara a chi ne trovava di più era sempre aperta tra noi bambini, ma non solo!

A noi più piccoli veniva, fortunatamente, risparmiata la fase che precede la cottura, ovvero quando l’animale deve essere pulito lasciandolo spurgare per qualche giorno.

La cottura vera e propria della lumaca aspettava invece alle nonne, si perché erano soltanto loro a detenere l’antico sapere.
Riesco a sentire ancora il profumo della nepitella e lo sfrigolio del pomodoro nei grandissimi pentoloni di alluminio ai quali a noi bambini era vietato avvicinarci.

 

Ma come tutte le fiabe anche questa è finita e da anni è diventato sempre più difficile trovare quelle anziane nonne che sanno cucinare le chiocciole come si deve.
Alcuni ristoranti tipici toscani cucinano le lumache in umido, ma non ho mai più sentito quel profumo e quel sapore che mi aprisse il cassettino dei ricordi.

 

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Chiocciole in umido

 

Ma alcune settimane fa in una sagra della provincia di Pisa i neuroni dei ricordi si sono magicamente risvegliati:
le chiocciole un umido come mangiavo da piccola.
Saporite, giustamente piccanti, affogate nell’olio buono toscano, con la nepitella che rivendicava il suo prezioso contributo.
Una vera autentica emozione.

Io non le ho mai cucinate e non so se mai ci riuscirò;
questa è la ricetta che ho ascoltato  dai racconti delle anziane del mio paese e come sempre succede le dosi sono ad occhio!
Quindi armatevi di stuzzicadenti, bavaglio e tappi per le orecchie, perché in questo caso il risucchio è d’obbligo.
Non dimenticatevi il pane, la scarpetta è irrinunciabile.

Ingredienti:
Un centinaio di chiocciole già pulite
2 carote
2 coste di  sedano
2 cipolle 
1 spicchio d’aglio tritato
500 gr di pomodori pelati
1 cucchiaio di concentrato di pomodoro
Nepitella (mentuccia romana)
1 bicchiere vino rosso
Peperoncino
Olio d’oliva Extra Vergine Toscano
sale
acqua o brodo di carne
pane casereccio toscano Continua a leggere

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La famosa canzone che tutti abbiamo canticchiato da bambini inizia così:

Le cose di ogni giorno raccontano segreti

a chi le sa guardare ed ascoltare.

E i fiori raccontano importanti storie a chi li sa guardare ed ascoltare.

In questi mesi ho visto nascere diversi fiori, gialli, bianchi, rosa, alcuni profumati ed altri no, alcuni in giardino e la maggior parte nei prati ma non solo grazie alla  primavera,  ma anche per merito dell’associazione World Friends -Insieme negli slum.

 

Donne e uomini in Italia ed in Kenya con la missione di aiutare a far crescere un fiore nelle baraccopoli di Nairobi, gli slum appunto.

Ogni bambino, come un fiore, deve essere protetto, nutrito e curato, sostenendo il diritto alla salute per ognuno di loro.

Nella campagna “Un fiore negli slum” World Friends si impegna a garantire e proteggere l’assistenza sanitaria negli slum per ogni bambino , oltre alla realizzazione di un reparto di pediatria nell’ospedale di Nairobi per tutte le persone bisognose.

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World Friends con Foodies Festival

Come ho foto raccontato sui social, poche settimane fa  ho avuto l’opportunità di dare una mano a World Friends durante l’edizione 2015 del Foodies Festival di Castiglioncello.

Come ogni anno l’organizzazione del Festival  ha   un occhio di riguardo per tutto ciò che si occupa di solidarietà e  beneficenza, infatti, oltre alla Charity Dinner da tutto esaurito, ha dato l’opportunità a World Friends di farsi conoscere sul territorio e oltre,  grazie al volto di due grandi chef come Sergio Barzetti e Alessandro Borghese.

Lo chef  Barzetti  neanche a farlo apposta, ma per chi lo conosce sa quali sono le sue abitudini in cucina,  durante lo showcooking ha realizzato degli ottimi piatti con  fiori ed erbe spontanee, come l’aglio orsino.

Gli chef  ai fornelli, Giuseppe Mancino, Matia Barciulli, Sergio Barzetti, John Regefalk e Emanuele Vallini, rispondendo alla domanda del tema dello showcooking, Il cibo della salute, hanno infatti esaltato i prodotti del territorio, come il pesce azzurro, le erbe spontanee o il riso italiano.
Elogiando l’equazione prodotti locali, di stagione, uguale piatti genuini, sani e buoni.

E proprio in questi giorni del Foodies è esplosa la fioritura delle acacie.

Mi accorgo della loro completa maturazione non solo per il colore, di un bianco intenso, ma soprattutto per il rumore delle api che avide del loro nettare avvolgono come nuvole i rami della pianta.

La sera, quando ormai lo sciame è rientrato nell’alveare, riesco a a procurami qualche profumato rametto di fiori di acacia per realizzare una originale frittata.

 

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frittata con i fiori di acacia

 

E i fiori raccontano importanti storie a chi li sa guardare ed ascoltare.

Che questa piccola storia di fiori, che passa attraverso ricette e cuochi, possa essere letta ma soprattutto ascoltata ed urlata forte tanto da far crescere un intero prato fiorito negli slum di Nairobi.

Ingredienti:
4 uova
2/3 rametti di acacia
100gr di pecorino semi stagionato
maggiorana
timo
salvia
1 scalogno Continua a leggere

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15 minuti

E’  si, è proprio una grande fortuna, almeno per me!!

Ricordo da adolescente le difficoltà e a volte l’imbarazzo di dover spiegare agli amici, che non fossero quelli d’infanzia, dove abitassi.
Iniziavo subito elencando i confini, come in una lezione di geografia, nella speranza che i nomi dei  paesi limitrofi facilitassero la localizzazione di Orciano nella loro mappa.
Ma il più delle volte non riuscivano a capire lo stesso, quindi allargavo il raggio d’azione, elencando la distanza chilometrica dai grandi centri:

15 Km da Castiglioncello, 30 km da Pisa o Livorno……

Ma oltre al punto interrogativo nei loro occhi compariva anche una sorta di compassione…..accidenti , come fai a vivere li??

E come tutti i 15 enni anch’io avrei voluto tanto abitare in città, andare a scuola in motorino, uscire il pomeriggio in centro con le amiche a vedere le vetrine.

Ma noi no, facevamo soltanto cose indimenticabili, ma che ho scoperto ed apprezzato soltanto adesso.

Abbiamo imparato a conoscere, amare e rispettare la natura, oltre a fare tutto che che facevano gli altri coetanei di città!!

Asparagi selvatici

Uova con asparagi

E questo legame indissolubile con il mio territorio  mi accompagna  e mi accompagnerà per tutta la vita.
E da quando il cibo è entrato prepotente nella mia vita ho sempre cercato di accordarlo al ritmo della natura.

Ma la natura non fa niente per caso:
primavera, sole, caldo, passeggiate e allora perché non prestare attenzione a dove mettiamo i piedi??

Oddio, non è così semplice, occorre affinare un po’ la vista, conoscere la pianta, armarsi di bastone per allontanare i serpenti e poi battere gli altri sul tempo:
si , perché la raccolta degli asparagi selvatici è una vera e propria sfida con gli altri raccoglitori.

Osservare gli asparagi che stanno mettendo fuori la testa dal terreno, localizzarli bene in quale punto del sentiero sono, e passarci dopo qualche giorno quando saranno cresciuti.

Oppure esplorare altri itinerari poco battuti, ma sai già che saranno molto più faticosi, perché i rovi o le salite mineranno la tua resistenza fisica, ma sai che lì troverai il tuo tesoro. 

Devo essere sincera io non sono proprio una raccoglitrice di asparagi selvatici da record, mi arrangio, sono, invece, piuttosto brava a individuare gli amici che sono disposti a cedere il loro raccolto in cambio di una cena!

Non per caso è sempre una questione di localizzazione!!

Per quanto riguarda le ricette con gli asparagi selvatici ce ne sono tantissime, zuppe, contorni, sughi…ma per chi conosce il vero sapore degli asparagi raccolti in natura e poi subito mangiati sa che si apprezzano solo in purezza.

Quindi cucinati velocemente in bianco e poi mangiati come contorno, su una bruschetta oppure con le uova.
Occorre soltanto una padella, qualche spicchio d’aglio un po’ di peperoncino o pepe nero, olio Extra Vergine d’ oliva  e lasciarli cuocere aggiungendo un goccio d’acqua.
Semplice,no??

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