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Gennaio 1 mese dell’anno:
buoni propositi, progetti, attese e novità per questo 2016 bisestile.

Ho riflettuto molto se scrivere questo capitolo estremamente intimo ma altrettanto gioioso della mia vita ma poi, per causa di forza maggiore il cibo, il buono è sano mangiare, si è insinuato prepotentemente anche in questa mia storia.

E’ arrivata l’ora di iniziare a preparare il nido.
La sua cameretta, il peluche con il quale lo immagini abbracciato mentre dorme, l’odore di borotalco e le prime scarpine.
Si, ma tutto deve prima partire da me, e una buona e sana alimentazione è  il punto di partenza per la cura ottimale del nido.
Non faccio altro che consolidare ed arricchire l’ideale di cibo  che nell’ultimo anno è entrato, ormai, nella nostra routine alimentare, godendomi così l’ultima parte di questo lungo viaggio sempre con il sorriso della scoperta.

 

biscotti integrali agli agrumi

Biscotti integrali agli agrumi

 

E allora spazio alle farine integrali o antiche, frutta e verdura di stagione, zuccheri naturali, cereali e legumi.
Senza mai rinunciare al gusto di mangiare, cucinare e sperimentare per soddisfare quelle inaspettate voglie che ogni tanto si presentano!
Perché il cibo per me sarà sempre allegria, amicizia e passione.
A maggior ragione in questo emozionante periodo fatto di aspettative e scoperte.

Questi biscotti integrali agli agrumi nascono, infatti, dalla voglia di quel dolcetto che mi prende sempre la sera dopo cena sul divano davanti la tv, ma anche nel pomeriggio davanti al pc, o la mattina a colazione, o come sfizio per concludere il pranzo….quindi spesso!

Ingredienti:
300gr farina di farro
100gr zucchero di canna grezzo
120 gr di burro
1 uovo
scorza di una arancia BIO
pizzico di sale
marmellata di Kumquat senza zuccheri aggiunti Continua a leggere

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Non so che cosa sia.
Spero non sia una moda ma una nuova consapevolezza.

 

La rivincita dei vecchi cereali e legumi e l’uso delle farine alternative alla bianca 0 e 00 si sta ormai compiendo.
O meglio non è più così complicato ed economicamente  dispendioso  trovare valide alternative nel negozio sotto casa.
Oramai la maggior parte delle grandi catene di market ha la sua linea verde, fatta di farine integrali, farro, riso e legumi italiani, o addirittura regionali.

Io ho la fortuna di vivere nella campagna toscana, dove le aziende agricole ancora sopravvivono  e producono essenzialmente grano destinato a non si sa quale produttore di farina, ma per fortuna non tutte.
Se qualcuno si è accorto di questo cambiamento soltanto attraverso gli scaffali del supermercato o i post foods sui social io ( e spero qualcun’altro) lo ha potuto vedere sul nascere, dalla terra.

 

Campagna pisana

Campagna pisana

 


Da quando sono nata ho cambiato tre case ma il territorio che ha fatto da scenografia alla mia vita è sempre stata più o meno la stessa campagna:

pisana, a tratti brulla, dolce, colorata e spesso maltrattata.

Quindi non è stato difficile accorgersi dei cambiamenti che negli ultimi anni l’hanno coinvolta.
Certo la crisi economica ha costretto gli agricoltori a Ri inventarsi, a dover per forza trovare una soluzione alternativa alla coltivazione dell’unico cereale, il grano.
E come quasi sempre succede siamo tornati indietro, alle vecchie tradizioni che caratterizzavano il nostro territorio come l’orzo, il miglio, l’avena il farro o le farine dei grani antichi.

Devo ammettere che anch’io non è da molto che ho introdotto in maniera regolare nella mia dieta questi prodotti  per colpa della mia congenita pigrizia a dover affrontare tutto ciò che è nuovo.
Per prima cosa tornare ad educare  il palato.
Certo ho buttato nel cestino diverse torte e biscotti prima di trovare la ricetta giusta, la sfoglia per le tagliatelle spesso era troppo ruvida o spessa, ma alla fine la qualità della mia vita è notevolmente migliorata.

Un’ultima cosa, niente contro la quinoa o l’amaranto ma perché non privilegiare i prodotti del nostro territorio come il riso, il farro i legumi e tutti i cereali che hanno sfamato i nostri nonni?

Per raccontarvi di questo cambiamento, o meglio del ritorno alle origini, sono voluta partire dal mio paese di nascita, Orciano Pisano, e di un’azienda familiare, Busti agricoltura. che ha deciso di investire sulle coltivazioni che da sempre hanno caratterizzato questo territorio come i cereali.

La ricetta che ho cucinato per questo post fa parte della tradizione Toscana, i testaroli della Lunigiana.
E’ un piatto semplice fatto con pochi ingredienti, che deve il suo nome alla tecnica di cottura, ovvero all’interno di testi, coperchi in ghisa o rame.

 

testaroli al pesto

Testaroli al pesto

Ingredienti:
500 gr di farina di farro
circa 1 lt di acqua
pesto

Procedimento:
Setacciare la farina e amalgamarla lentamente con l’acqua.
La pastella dovrà risultare piuttosto fluida.
Utilizzate una buona padella antiaderente scaldatela bene a fuoco basso, dopodiché aggiungete un mestolo di pastella e cuocete per circa 5/7 minuti, fino ad ottenere una sorta di crespella.
Quando si saranno raffreddate tagliatele a losanghe e tuffatele in acqua bollente salata, ma con il fuoco spento, per alcuni minuti.
Io li ho conditi con il pesto secondo tradizione, ma potete sbizzarrirvi con ciò che più vi piace

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20 minuti

Lo spazio è stato il tema  dell’edizione 2015 dell’ Internet Festival di Pisa.
Uno spazio da occupare, da conoscere da conquistare e  organizzare  ma anche da riscoprire e magari connettere ad altri spazi.


Ed è proprio durante lo showcooking dello chef  Cristiano Tomei insieme allo scrittore Marco Malvaldi che ho deciso di scrivere questa ricetta.

Lo Chef viareggino ha presentato il suo piatto Riso, fagioli e miso con germano laccato.
Il tradizionale riso e fagioli unito  all’esotico miso e all’orientale laccatura del volatile.
Quindi due spazi, apparentemente distanti, ma che si uniscono  in una ricetta dai sapori casalinghi.
Malvaldi invece , con la sua retorica e formazione scientifica,  ci spiega che ogni ingrediente, ogni prodotto altro non è che un hub, un nodo, che permette di diffondere le ricette in ogni spazio.
Ma si sa tutto parte da un input, e ad averlo immesso è stato proprio Tomei nel presentare il suo piatto.
Con la sua calata tipicamente lucchese ha tenuto a sottolineare come in Toscana  sia obbligatorio parlare di riso e non di  risotto, e la differenza non è solo lessicale.

 

Riso con la bietola alla toscana

Riso con la bietola

 


E’ vero  a noi toscani non appartiene la tecnica di cucinare il riso risottandolo, ovvero facendolo tostare nel fondo del tegame con gli ingredienti e poi portarlo a cottura con il brodo.

Ma facciamo tutto insieme, siamo più sbrigativi, via giù!
Mi spiego o cuociamo il riso come la pasta e poi la condiamo con il sugo, magari il classico ragù, oppure lo facciamo cuocere insieme all’ingrediente principale, come la crema di fagioli nella ricetta di chef  Tomei,  oppure insieme alla verdura.
Adesso questa abitudine è andata quasi persa, i ristoranti servono quasi esclusivamente risotti e anche nella cucina casalinga ci siamo ormai conformati .

Ma questa ricetta di riso alla bietola io la faccio da sempre rigorosamente così.

Ingredienti:

200gr di bietola
2 spicchi di aglio
1 peperoncino
240 gr di riso carnaroli
brodo circa 500ml

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30 minuti

Avete presente la favola di Esopo  “La cicala e la formica” ?
Io tra la fine dell’estate e l’inizio di autunno mi trasformo in formichina.

Raccolgo tutto ciò che la natura ha deciso di regalarmi:
le ultime verdure dell’orto ormai abbandonato, i fichi neri e bianchi del giardino, le more e i funghi, che per essere onesta mi regalano gli altri.
Tutto ciò ha un’unica conseguenza, il congelatore che si riempie fino all’inverosimile.

 


Ma l’idea di conservare i profumi e i sapori dell’estate per tutto l’inverno mi riempie di gioia e di buoni propositi per questa nuova stagione piena di aspettative!
E’ vero la stagione che preferisco in assoluto è l’estate, con le sue lunghe giornate di sole, il mare e la testa sempre un po’ più leggera dai pensieri, ma Settembre lo identifico da sempre come un nuovo inizio.

Saranno le reminiscenze  scolastiche quando da qui iniziava l’anno, ma in questo periodo mi trovo sempre a fare un po’ il punto della situazione, tirare le somme di quello che ho fatto e di quello che devo e vorrei fare.
L’alba del nuovo anno.

 

Schermata 2015-09-18 alle 12.15.00

Crema di pioppini con uovo erborinato

Già vi ho raccontato su Facebook come conservo le more selvatiche;
semplicemente lavate asciugate accuratamente, messe in un sacchetto per il freezer con un paio di cucchiai di zucchero semolato.
Anche i pomodorini, che quest’anno ho coltivato di varie specie, come i ciliegini, i datterini gialli e gli zebra,  sono finiti in congelatore, pronti questo inverno per essere spadellati in colorate pastasciutte.
I fichi, invece, non riesco a trasformarli se non in barattoli di marmellata, il prossimo anno però mi sono promessa di provare a fare i fichi secchi.

 

Gli ultimi arrivati nel congelatore sono, invece, dei fantastici funghi pioppini che ha raccolto il mio babbo.
Io adoro questo fungo, snobbato dai veri fungaioli perché troppo facile da trovare e dall’alta cucina perché considerato il fratello borghese del più nobile porcino.
Fatto sta che non ho resistito e ho cucinato questa ricetta con i funghi pioppini messi a riparo nel congelatore da appena 1 giorno!

 

Ingredienti:
2 generose manciate di funghi pioppini
2 patate 
1 scalogno
qualche fogliolina di nepitella (mentuccia)
prezzemolo
sale, pepe, olio e burro Q.B.
2 uova
una fetta di formaggio Stilton o un erborinato qualsiasi.

Procedimento:
In una pentola lasciare cuocere dolcemente lo scalogno tritato con un po’ di olio EVO e una noce di burro.
Aggiungete la nepitella che andrete a togliere prima di frullare la crema.
Aggiungere le patate tagliate a cubetti (non sciacquatele così l’amido addensante non verrà perso) e i funghi.
Cuocete le verdure con acqua o brodo vegetale.
Regolate di sale.
Quando le verdure saranno cotte frullate con il minipimer.

In un’altra casseruola fate bollire l’acqua con un cucchiaio di aceto, io non ho messo sale perché il formaggio darà sapidità.
E qui cuocete le uova in camicia.
Servite la crema in un piatto con una spolverata di prezzemolo, adagiate sopra l’uovo che condirete con alcune briciole di formaggio , una macinata di pepe nero fresco ed un giro d’olio.

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1 ora

Ricordi di un’ estate fa, ma non quella appena trascorsa, ma neanche di un anno fa, ma di circa 30 anni fa.

 

Metà degli anni 80 , ricordo che ero innamorata pazza di Luis Miguel e della sua “Noi ragazzi di oggi”, le estati che la zia mi portava al mare insieme ai cugini.
Ero la più piccola, la più coccolata e viziata, ma anche la più sfruttata  dai cugini.
Il mio sederino era perfetto per fare la pista per le biglie e i miei occhioni erano efficaci per implorare la zia a farci fare il bagno prima del fatidico scoccare delle ore 16.00.
Ma il mio ricordo più vivo, tanto che chiudendo gli occhi riesco ancora a sentire il profumo, è la minestra di verdura che mia zia ci portava per pranzo.

 

 

A l’ora di pranzo lasciavamo in nostro ombrellone per la più fresca pineta.
Il famoso set in plastica per Pic Nic apparecchiava il grande tavolo in legno che si trovava in pineta, e quando eravamo tutti seduti, la zia ci serviva il suo minestrone di verdura con pasta.
Era tiepido nella giusta maniera, bello sodo perché la pasta, rigorosamente i ditalini, aveva ormai assorbito tutto il brodo, ed il suo sapore era inconfondibile.
Saranno state le verdure fresche dell’orto, oppure la magica reazione chimica che la minestra subiva nel contenitore ermetico, o addirittura il profumo di mare e pini che si mescolava a quello della minestra, non lo so.
Naturalmente mia zia ha preparato e continua a preparare lo stesso minestrone di verdura nella stessa maniera da trent’anni, ma quella minestra non sono più riuscita a mangiarla.

minestrone

Minestrone di verdura con i ditalini

 

Ma ormai per me l’estate senza il minestrone di verdure con i ditalini rappreso non è estate.
Certo, non la porto più come pranzo in spiaggia, ma sicuramente ha imbandito il mio tavolo anche  in questa lunga e assolata estate 2015.

Per queste ricette le dosi sono difficili per me da scrivere perché vado molto ad occhio, molto dipende da come l’orto si è comportato, se ho molte zucchine, per esempio,  ne metto di più al posto dei fagiolini, comunque cerco di essere più precisa possibile.

 

Ingredienti:
300gr di fagioli secchi
3 patate medie
2 carote
2 coste di sedano
4 zucchine
300gr di fagiolini
una manciata di piselli ( freschi ma anche surgelati)
1/2 cavolo verza
1 cucchiaio di concentrato di pomodoro
2 foglie di basilico
3 manciate di ditalini

Procedimento: Continua a leggere

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